Home and Wellness


The Longevity SPA al Portrait Hotel di Milano / la prima luxury SPA in Black & White


The Longevity Suite, il più evoluto network di Biohacking e Antiage City Clinic europeo, ha creato la sua prima SPA interamente personalizzata caratterizzata dal minimalismo bianco e nero, attuale, elegante e sofisticato.


Situato nel quadrilatero della moda di Milano, l’iconico Portrait Hotel, prestigioso 5 stelle del gruppo Lungarno, ospita The Longevity SPA in un contesto architettonico e monumentale d’eccezione.


Il progetto, curato dallo studio B+Architects, valorizza l’immagine di The Longevity Suite in ambito luxury, nel pieno rispetto dell’edificio storico, con un’approfondita ricerca dei materiali e delle finiture totalmente customizzate.

L’accesso alla SPA, 700 mq. situati nella parte più antica dell’edificio, avviene dall’affascinante “Piazza del Quadrilatero”, un’oasi serena incorniciata dal seicentesco colonnato.


La Reception della SPA attende l’ospite in un ambiente accogliente e rilassante, luminoso ma non invadente, dove predominano i toni del bianco declinato in materiali preziosi. Le pareti sono contraddistinte da rivestimenti in grandi lastre di marmo Rhino White, candido e scintillante, con una particolare lavorazione cannettata e venature tono su tono. Il pavimento, in seminato bianco è stato realizzato in opera da una storica azienda milanese è costituito da ciottoli di prezioso marmo Lasa, enfatizzati dalla finitura lucida. Il desk reception, progettato in ogni dettaglio, presenta finiture preziose ed una totale integrazione delle parti tecnologiche… 

 

Testo e immagini cortesemente forniti da B+Architects

www.barchitects.it

L'articolo completo prossimamente su Wellness Design

Gli spazi esclusivi di Campiglio Plaza


Roseto, società specializzata nella locazione immobiliare di lusso, ha annunciato l’arrivo di Campiglio Plaza, esclusiva residenza di montagna situata nel cuore di Madonna di Campiglio. 

L’interesse a sviluppare questo nuovo progetto nasce dalla volontà di proporre ai clienti, italiani e stranieri, una struttura di alto livello composta da unità abitative caratterizzate da ambienti dove design e architettura dialogano in armonia con il contesto circostante, arrivando a rappresentare loro stesse la destinazione di un’esperienza immersiva nei paesaggi unici delle Dolomiti.

L’intento è soddisfare l’esigenza di una clientela alla ricerca di immobili unici nel loro genere, caratterizzati da ampie metrature ed un numero importante di camere da letto dove poter trascorrere, con la propria famiglia ed amici, le vacanze invernali ed estive.

Il progetto consiste nell’ampliamento della Piazza principale con la realizzazione di Campiglio Plaza, struttura che prevede nuovi spazi commerciali destinati al lusso oltre a 11 residenze di alto standing con metrature fino a 500mq. 

Il complesso contribuisce ad elevare ancor più Madonna di Campiglio come meta iconica per il turismo durante tutto l’anno e per tutti i target, non solo gli sciatori, accogliendo le famiglie e facendo loro trascorrere una vacanza autentica e ricca di esperienze per godere al meglio del paesaggio e di tutto ciò che la natura offre. Una location unica in cui passeggiare ad alta quota tra le boutique del lusso accompagnata da una proposta immobiliare in locazione di primissimo livello, in grado di soddisfare le esigenze di una clientela alla ricerca di importanti spazi abitativi per posizione, dimensioni, finiture e interior design.

Inaugurazione prevista per i primi mesi del 2025.

La Darbia, sofisticato resort sul Lago d'Orta

Un progetto Studio di Architettura Primatesta


Un tempo piccolo insediamento agricolo affacciato sul Lago d'Orta, La Darbia è stato ridisegnato con una visione e un intervento delicati e sensibili per trasformare la proprietà abbandonata in un'oasi sofisticata ma informale dedicata all'ospitalità.


Il terreno è situato sopra Orta San Giulio, immerso in un vasto bosco e parco con castagni, carpini e aceri secolari. Emblema de La Darbia è la semplice torre in pietra, la sua funzione originaria era quella di cosiddetto “roccolo”, costruzione botanico-architettonica per la cattura degli uccelli.

La torre fatiscente è stata ricostruita mentre tutte le altre unità immobiliari, 20 appartamenti e un ristorante, sono nuove.


L'architettura di La Darbia riflette l'eredità delle strutture vernacolari, adattandole con cura e in dialogo silenzioso con il lago. L'essenza di questo lembo di territorio, la sua storia culturale e le tipologie rurali sono diventate il filo conduttore del progetto, sia dal punto di vista architettonico che contenutistico.

La tavolozza cromatica degli interni riprende le sfumature della natura piemontese, mentre le facciate beige chiaro riecheggiano archetipi rurali. Riservati e introversi verso il bosco e ricoperti di edera, tutti gli appartamenti si aprono sul giardino con vigneto di Nebbiolo, zona piscina e un'ampia vista sul lago e sul Monte Rosa. La disposizione delle terrazze panoramiche così come la progettazione paesaggistica dell'”orto” e dei giardini riflettono ed evocano elementi e atmosfere mediterranee.


Il complesso rispecchia il linguaggio formale semplice degli edifici rurali e integra materiali locali e manufatti artigianali disadorni. L'approccio progettuale si concentra sul coinvolgimento olistico di tutti i sensi, i materiali locali giocano un ruolo di primo piano: blocchi compatti di granito a spacco, pavimenti in pietra di gneiss a spacco, ciottoli tradizionali e posati a mano e scale monolitiche in roccia scavata a mano. Pietra grezza e legno massello, intonaco liscio di calce e acciaio corten. La Darbia è – anche – un’esperienza tattile.


Ospitalità, Territorio, Cultura

W Toronto, vetrina della cultura locale


L'apertura del W Toronto  progettato da Sid Lee Architecture nel quartiere Yorkville e basato su temi legati al patrimonio attuale e storico della città; il nuovo look di W Toronto riflette il desiderio del brand di affermarsi come vetrina della cultura locale.

Ripensati come una serie di messe in scena, i nuovi spazi riecheggiano la diversità del centro urbano e, attraverso un'esperienza progettuale fluida, il W Toronto facilita l'incontro con la città all'interno delle proprie mura.


“La connessione con la comunità è una parte importante del DNA di W, era pertanto fondamentale collegare l'hotel al suo contesto, ma il layout originale chiuso dell'edificio rappresentava una sfida all'idea di integrazione", afferma Martin Leblanc, architetto e senior partner di Sid Lee Architettura. "Ci siamo quindi affidati a una connessione continua tra l'interno e l'esterno per trasformare l'hotel in un hub di correlazione". Idea che è stata sviluppata in particolare attorno all'aggiunta di un ascensore accessibile direttamente dalla strada.


Al piano terra, la facciata si apre sulla strada e consente un collegamento diretto con Public School (ndr noto locale di Toronto, www.publicschooltoronto.com): il caffè dell'hotel di giorno e il cocktail bar di notte. L'azione si snoda attorno a un bar circolare informale caratterizzato da pannelli in marmo nero dentellato che si adattano al contesto dei negozi di design di Bloor Street, avvicinabili e invitanti, chic ma accessibili.

La riprogettazione dell'ingresso invita la via cittadina all'interno attraverso l'integrazione di una serie di interventi artistici colorati ispirati alla cultura della street art di Toronto. I murales, firmati dall'artista locale Alan Ganev, riportano i visitatori nel famoso "Graffiti Alley", un circuito di street art che si estende per oltre un chilometro nel Fashion District.


Il progetto di Sid Lee Architecture dà tono a un ingresso cinematografico sulla scena di Toronto mentre si alza il sipario su un'esperienza alberghiera aggiornata quale risposta alla ricca cultura della metropoli canadese più grande e diversificata.

I progettisti hanno utilizzato la qualità brutalista dell'edificio come una tela neutra e hanno accentuato i diversi spazi con una scenografia vibrante. Elementi di design biofilico sono stati integrati con la mineralità del cemento, come se la natura si fosse impossessata delle vestigia dell'ambiente costruito.


Disposti per l'hotel, gli elementi biofili consentono una connessione costante con la natura e riconducono ai famosi ravines* di Toronto, che insieme formano una foresta urbana che circonda la città.

* ndr: ravines di Toronto: Il sistema di gole di Toronto è una caratteristica distintiva della geografia della città, costituito da una rete di profondi canaloni, che forma una grande foresta urbana che attraversa la maggior parte di Toronto.


Situata al secondo piano, l'area della reception, chiamata anche The Living Room (spazio caratteristico del marchio W), è ospitata in un cubo di vetro. È un'oasi urbana che permette di sentirsi distaccati dal resto della città, pur essendo circondati da riferimenti locali. I suoi accenti contrastanti offrono un comfort che si amplifica con l'arrivo della neve in inverno. All'interno di The Living Room, le griglie sospese, le tende di velluto e l'illuminazione che ricorda i proiettori cinematografici danno l'impressione di trovarsi nel backstage. La tavolozza e le trame, che ricordano un teatro, abbinate a oggetti di scena come mobili e opere d'arte, enfatizzano questa sensazione di scenografia e completano l'atmosfera dinamica di questo spazio sospeso in costante cambiamento. Questo è un tributo alla fiorente scena teatrale e cinematografica di Toronto.

Una serie di giganteschi tubi posizionati strategicamente dividono l'area senza interrompere il flusso naturale dello spazio, offrendo momenti di intimità attraverso zone di connessione e collaborazione. Un ambiente di conversazione attorno a un focolare gioca con gli archetipi della socializzazione, mentre un murale orizzontale disegnato sul tetto dall'artista Kirsten McCrea offre una vista vivace dagli spazi circostanti.


Posizionate intorno ai giardini che circondano il cubo di vetro di The Living Room, le camere del W Toronto sorprendono per la loro disposizione unica. Lo spazio è composto da due aree distinte: una privata e l'altra piuttosto sociale. In una deviazione dalla consueta configurazione della camera d'albergo, il letto è posto davanti alla finestra e adornato con caldi tendaggi, lampade a sospensione e una cornice blu intenso che si estende sul pavimento e sulle pareti. Questi elementi si ergono come un set cinematografico in fondo alla stanza, ma la prospettiva cambia completamente quando si sposta lo sguardo verso la porta e si da un'occhiata a elementi che di solito appartengono al dietro le quinte, come uno specchio “cosmetico” in stile camerino e un attaccapanni. Il risultato è un'area invitante e amichevole che favorisce i caldi incontri che scandiscono le gite in città.


Accessibile tramite un ascensore situato sulla strada, il bar e ristorante sul tetto si ispira all'aspetto multiculturale della città, ma anche alla cultura hippie specifica del quartiere Yorkville di Toronto. Paraventi traforati tipo "Mashrabiya", piante pensili, ceramiche colorate e toni caldi creano un arredo degno delle fiabe de “Le mille e una notte”. Un'atmosfera rilassata che contrappone armoniosamente il calore del deserto con il comfort del Riad è un ottimo ambiente dove soffermarsi.


Spaziose ed eleganti, le suite Extreme WOW portano all'estremo i temi teatrali che abitano l'hotel. File di lampadine adornano il soffitto come un'ode agli splendenti tendoni dei teatri di Toronto. Con una vasca idromassaggio che può essere utilizzata anche come secchiello per il ghiaccio e punteggiate da dettagli lussuosi e accenti retro-futuristici, le suite offrono ampie zone giorno progettate per ospitare le feste più esclusive e glamour.

www.sidleearchitecture.com

Photo Brandon Barré

Falkensteiner Family Resort Lido: il tetto dei divertimenti 

Uno storico albergo per famiglie in val Pusteria è stato ampliato e ridisegnato dallo studio noa*. 

La nuova copertura a onda lo integra con il paesaggio e ne fa un luogo di sport e divertimento. Dove si può sciare, pattinare o passeggiare in mezzo alla natura alpina. Un albergo di grande successo che vuole rinnovarsi, senza perdere la propria identità, anzi rafforzandola sul piano dell’estetica, della sostenibilità e dei servizi. 


È questo il tema affrontato dallo studio noa* nel progetto di ridisegno del Falkensteiner Family Resort Lido di Casteldarne, in val Pusteria. Si tratta di un albergo storico, il primo aperto dalla famiglia Falkensteiner che oggi gestisce un gruppo di oltre 30 strutture di ospitalità in sei paesi. Sorto nel 1957 ai margini del villaggio sulla riva di un piccolo lago, il family resort si è progressivamente ingrandito rivolgendosi a un target ben definito, quello delle famiglie con bambini. L’obiettivo dell’intervento era aggiungere nuovi spazi e funzioni che rafforzassero questa vocazione, creando una sorta di parco giochi per i piccoli ospiti e, al contempo, un luogo di relax per i genitori. Il tutto armoniosamente inserito nello splendido contesto alpino. La soluzione di noa*, che ha progettato la nuova struttura, a sorpresa è partita dal tetto: alla tradizionale copertura a falda del vecchio complesso alberghiero si è sostituita un’ampia struttura a onda che riveste edifici nuovi e preesistenti, degradando sui due lati fino a sparire nel terreno. Una sorta di collina, quindi, che si integra con il paesaggio coprendosi di vegetazione, e che diventa pista da sci, di pattinaggio, campo da gioco, parco avventura, zona di svago e di ricreazione. “Volevamo unire vecchio e nuovo in un insieme uniforme”, spiega l’architetto Andreas Profanter “La nuova copertura ci ha consentito di raccordare tra loro i vari edifici del complesso e di collegarli con la natura circostante. Ma anche di inventare nuovi spazi, come la pista da sci, che arricchiscono l’offerta alle famiglie”. 


Giocando sul tetto

La copertura progettata da noa* si estende per una lunghezza di 300 metri su una superficie di 4.900 mq e nella parte centrale raggiunge un’altezza di 18m. È un elemento di forte innovazione, dunque, per forma, dimensioni e materiali utilizzati. La struttura è stata realizzata in cemento armato nella parte di nuova costruzione, mentre dove si appoggia all’edificio preesistente si è adottato un sistema di travi d’acciaio e legno. È rivestita da scandole metalliche che, come una seconda pelle, seguono perfettamente le curvature e le ondulazioni della copertura. Su questo grande tetto, percorso da un sentiero ad anello su cui gli ospiti possono piacevolmente passeggiare, trova posto un parco ricreativo che offre diverse stazioni per lo sport e il divertimento. Uno dei due declivi, quello verso est, è in parte occupato dalla pista da sci, lunga 163 metri e dotata di tappeto per risalita. Aperta a tutti gli ospiti del resort, è particolarmente adatta ai bambini, che possono imparare a sciare guidati da un maestro senza muoversi dall’albergo. Inoltre, il fondo artificiale, ne consente l'uso tutto l’anno, come succede anche con la pista di pattinaggio, che si trova nel punto più alto della copertura. Sull’altro versante, affacciato ad ovest, si collocano un’ampia zona fitness per tutta la famiglia, una pista bobby car e un mini parco avventure sopraelevato, sotto il quale trova spazio un campo per calcio, basket e altre attività. Qui, un acquascivolo lungo 120m, si snoda sopra il lago fino a raggiungere un’area del piano interrato occupata da altri spazi-gioco e dalla piscina: con le sue spirali color giallo acceso, lo scivolo si staglia sul paesaggio e diventa il simbolo di una struttura tutta dedicata allo svago e all’avventura dei suoi piccoli ospiti. Su tutta la superficie, agli spazi ricreativi si alternano aree verdi che creano una continuità con i boschi della valle. “Abbiamo fatto letteralmente salire la natura sul tetto”, osserva Andreas Profanter. “L’obiettivo, infatti, era rafforzare il legame tra la struttura e il paesaggio, senza consumare terreno, ma anzi creando nuovo valore e sostenibilità”. 


Un'estetica nuova

“La nostra idea era anche quella di rinnovare l’aspetto della struttura originale” continua l’architetto Wolfgang Heinz. “Non ci siamo quindi limitati a racchiudere sotto un’unica copertura le parti nuove e quelle preesistenti del resort, ma abbiamo anche lavorato sulle facciate per rendere omogenei i diversi elementi architettonici”. Significativa, oltre alla scelta di un unico colore per tutte le strutture murarie, l’adozione di pattern geometrici in legno naturale che scandiscono la costruzione, evocando i vecchi fienili alpini. Anche il rapporto tra il resort e il piccolo lago su cui si affaccia è stato “ridisegnato”, con la creazione di una collina artificiale lungo una riva, sotto la quale trova spazio la SPA per adulti. Una nuova ampia terrazza si apre sul fronte lago e la piscina, in parte coperta, si prolunga a sfioro sullo specchio d’acqua, regalando agli ospiti l’esperienza di un’autentica immersione nella natura. 


Natura e gioco per gli interni

Il team di noa* firma gli interni del resort, non solo nelle parti nuove, ma anche in quelle esistenti, che sono state ridisegnate e in qualche caso ampliate. “Come per gli esterni, a guidare il progetto d'interior sono stati da un lato l’obiettivo di creare un’atmosfera giocosa e adatta ai bambini, dall’altro il richiamo all’ambiente naturale che circonda il resort”, chiarisce l’interior designer Barbara Runggatscher. Il ristorante, ampliato e dotato di un terrazzo e di una zona giochi per i bambini, è stato organizzato su tre livelli per consentire a tutti i commensali di condividere la vista del lago. “A ogni livello, l’arredo cambia: si passa dai motivi ispirati al bosco della zona più interna alle sedute a forma di ninfea della zona intermedia, al canneto richiamato dalla particolare forma delle lampade che illuminano i tavoli vicini al terrazzo” spiega la progettista. Nella zona buffet, realizzata ex novo, si è ricreata, invece, l’atmosfera vivace di un mercatino, con una varietà di stazioni di forma diversa, che assumano le sembianze ora di casette ora di carrelli in legno su ruote: altezze differenziate consentono l’accesso ai bambini e un'ampia visibilità degli spazi cucina e quindi delle attività di preparazione dei cibi. L’ingresso e la zona reception dell’albergo mantengono il layout originale ma vengono rinnovati nell'estetica. Qui, la presenza di numerosi pilastri ha ispirato un nuovo arredo caratterizzato da forme rotonde, colori vivaci e decorazioni che richiamano la flora e la fauna della foresta. Infine, uno spazio accogliente con giostre a altalene per i più piccoli si affianca a una lounge tutta dedicata ai genitori. 


Un nido nella stanza

Il progetto di noa* ha anche consentito di aggiungere 36 nuove camere alle 82 esistenti. È stata l’occasione per definire una nuova tipologia di stanza che, declinata in diverse varianti, caratterizza l’offerta del resort rivolta alle famiglie. Le camere comprendono una zona per i genitori e una zona per i figli, tra loro separate da un divisorio scorrevole, e un ampio bagno con lavabi a diversa altezza. “Nell'area-bambini sono sempre disponibili tre letti, uno dei quali, sospeso al soffitto, è una sorta di letto-nido, ispirato al falco, che è il simbolo dell’hotel, e anche quando non è occupato diventa sempre occasione di gioco e di divertimento per i più piccoli” conclude l’interior designer Caterina Betti.


Testo e immagini sono stati cortesemente forniti da noa*

Foto Alex Filz

Keturah Reserve Dubai, il “New Luxury”

Vivere la trasformazione attraverso la progettazione dello spazio

Architettura degli interni di Charlie Wu


Keturah Reserve è un innovativo sviluppo residenziale “New Luxury” nella città di Mohammed Bin Rashid, nel Distretto 7 di Dubai, che offre una vita “trasformativa” attraverso il design dello spazio.

Keturah Reserve è il primo sviluppo residenziale in Medio Oriente a immergere i residenti nella natura attraverso il Bio Living.

Sviluppo appartato e privato immerso nel cuore di Meydan, Keturah Reserve è racchiuso da natura e paesaggi lussureggianti.


Meydan è uno degli indirizzi più esclusivi di Dubai, un nuovo sviluppo ecologico di proprietà di Sua Altezza lo sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum.

Keturah Reserve è l'unico sviluppo residenziale a Dubai con un collegamento diretto di 9 minuti al centro città, con quattro uscite separate sulle principali arterie della città.

Il completamento del progetto - da  oltre 800 milioni di dollari USA - è previsto per il secondo trimestre del 2025.

L'architettura e gli interni delle case di Keturah Reserve sono realizzati con le stesse materie prime e gli stessi colori dell'ambiente circostante così da fondersi sottilmente con il paesaggio desertico circostante.


New Luxury

Keturah è una parola araba che si riferisce tradizionalmente a una fragranza diffusa appositamente in tutta la casa per accogliere gli ospiti. Il fatto poi di suonare come "couture" la rende il termine perfetto per un “New Luxury” su misura.

Keturah ospiterà 124 case a schera, 70 ville, 476 appartamenti in 6 differenti palazzi e 4 penthouse (attici).

Sarà un “New Luxury” grezzo, rustico e silenzioso, che eleva e potenzia. Che crea un profondo benessere emotivo tanto nella mente quanto nel corpo attraverso il design sensibile e sensoriale degli spazi interni, esterni e personali, individuali.


Bio Living

Il Bio Living – l'arredo di interni con mobili e tessuti in materiali naturali - è insito nel design biofilico, dove architettura e interior design sono concepiti per incorporare e incontrare la natura nell'ambiente costruito così da migliorare la salute fisica, mentale ed emotiva dei suoi occupanti. Il Bio Living in Keturah Reserve crea dunque la perfetta sinergia tra interior design, architettura e paesaggio, nel pieno rispetto dell'ecosistema circostante.


SuperHouse

La casa è dove ci riconnettiamo profondamente con le nostre emozioni e il nostro io interiore. Le SuperHomes di Keturah Reserve sono progettate in modo unico dall'interno verso l'esterno utilizzando il principio del rapporto aureo di proporzione per creare armonia nello spazio.


Interni ed elementi architettonici e strutturali sono realizzati con le stesse materie prime e gli stessi colori del territorio per fondere elegantemente e leggermente l'architettura con il paesaggio desertico circostante. Travertino, legno e bronzo collegano l'interno con l'esterno. La sobria tavolozza di colori con un bianco segnato dal sole, champagne e bronzo introduce ulteriormente il paesaggio naturale all'interno delle abitazioni. La rigogliosa natura in continua crescita è visibile da ogni lato, includendo ulivi, palme, pareti verdi, fioriere da balcone e giardini pensili.


Le case di Keturah Reserve sono progettate con spazi interni a doppio volume, aumentando il flusso e la circolazione dell'aria raffreddata in modo naturale. Gli spazi open space senza corridoi o disimpegni ottimizzano il flusso corrente. Arredi e finiture sono progettati e prodotti su misura per ogni spazio. Si fondono in modo perfetto con l'interno, liberando la possibilità di circolazione ed elevando il benessere fisico e mentale del residente. 


Le case sono disposte in modo da catturare e ottimizzare la luce naturale del giorno, diffondendola delicatamente in tutto l'interno senza calore o abbagliamento. Quando la luce svanisce, l'illuminazione architettonica ottimizza il sistema circadiano del corpo, migliorando l'umore, il comfort e l'attività umana e aumenta la qualità del sonno, creando un'atmosfera sottile e rigenerativa in casa.

Il Bio Living considera e rispetta allo stesso modo tutte le forme di vita, flora, fauna e uomo. Vivere in armonia con la natura, guarisce, ristora e rigenera.


The Park 

Il Parco è il punto focale della Keturah Reserve, un luogo dove ricaricarsi e socializzare, aperto 24 ore al giorno. All'ombra di ulivi provenienti da tutto il mondo, The Park è per pedoni di tutte le età, con tappetini giapponesi per massaggi ai piedi, meditazione all'aperto e zone dedicate all'esercizio.


Keturah Reserve è concepita per formare una comunità fiorente e armoniosa con spazi comuni quali The Park, la piscina all'aperto, le palestre e le spa per uomini e donne. I servizi sono facilmente raggiungibili a piedi attraverso freschi sentieri alberati.

Proprio come con l'architettura, attività come il Pilates Studio, la piscina WaterBike, le lezioni di Silk Rope, la meditazione sul tetto e lo spazio yoga, sono tutte pensate per sviluppare e rafforzare il corpo dall'interno verso l'esterno.


La Kid's Zone

La Kids' Zone è progettata per attività di gioco educative consapevoli per tutte le fasce d'età, dai neonati ai bambini piccoli, da quelli in età prescolare a quelli che vanno a scuola, dai preadolescenti agli adolescenti.

I servizi includono un asilo nido, un asilo nido educativo e campi estivi, lezioni Montessori, Accademia di musica e danza, piscina per bambini all'aperto e aree giochi, spa per bambini, Bio Living Farm, palestra interna e centro attività.


Talal Moafaq AlGaddah, 38 anni, è il CEO di New Luxury real estate  e brand dell'ospitalità Keturah: “Dubai è un posto molto sicuro in cui vivere. È pulita, dinamica, aperta agli affari 24 ore su 24, 7 giorni su 7 e con eccellenti aeroporti. Dubai è stata costruita velocemente e spesso quale reazione diretta ai suoi bisogni immediati. Quando le città vengono costruite così velocemente, sovente si possono individuare delle lacune. Colmare queste lacune rende la vita ancora migliore. Per Keturah Reserve, il problema che ho individuato era relativo a uno sviluppo New Luxury con un vero senso di comunità, perfettamente adeguato alle generazioni future.”

“Il progetto è pensato e progettato per bambini, donne e uomini quali esseri individuali. Troppo spesso, i cosiddetti sviluppi familiari si concentrano esclusivamente sui bambini, Keturah Reserve consente invece a ogni membro della famiglia di qualsiasi generazione di trovare il proprio spazio, con servizi eccellenti su misura per le proprie esigenze individuali.

Spazio per la mente

“Offriamo alle persone spazio, spazio per la mente e spazio per rilassarsi: questo attraverso strutture costruite con cura, attenzione ai dettagli e impegno per la qualità. Keturah Reserve è uno sviluppo immobiliare che consente ai suoi residenti di respirare e godere della propria privacy, dando loro anche l'opportunità di socializzare e connettersi con la loro comunità.”


L'architettura degli interni è di Charlie Wu, nata a Taiwan e cresciuta in Sudafrica, dove si è laureata. Ha fondato il suo studio creativo, ècru Elements a Dubai nel 2019. La sua filosofia è progettare lo spazio per trasformare la vita dei suoi occupanti. Nel mondo dell'architettura e del design, Charlie Wu è nota come “the code cracker”, "il decifratore di codici".

“Tutto ciò che faccio” afferma Wu “ha a che fare con lo spazio. Ho una sensazione intuitiva di ciò di cui uno spazio ha bisogno. È il contesto invisibile ma essenziale per il corpo, l'anima e la mente.”

Wu Progetta case dall'interno verso l'esterno, dall'interno, cuore pulsante alla facciata, alla pelle esterna. La circolazione dell'acqua e dell'aria sono i suoi polmoni e le sue arterie.


Naturalmente sostenibile dall'inizio

“Vedo l'intero progetto come un flusso costante” ha detto Charlie Wu. “Se non c'è flusso, non c'è movimento. Se non c'è movimento, non c'è vita. Keturah Reserve è progettata per essere naturalmente autosufficiente fin dall'inizio, senza ulteriori necessità di interventi.

Il microclima di Meydan è stato studiato in modo approfondito con particolari attenzione prestata alla fonte di calore più forte in modo da allineare e controllare la temperatura, l'umidità, l'aria condizionata e la ventilazione per consentire all'edificio di essere autosufficiente.

I materiali sono stati selezionati appositamente per la loro adattabilità al microclima di Meydan.

Le planimetrie vengono create sulla base di misurazioni stabilite per evitare sprechi di manodopera e tagli di materiale dovuti al ridimensionamento.

I soffitti molto alti, lo spessore delle pareti e lo spessore dei vetri sono stati progettati per rinfrescare gli interni in modo naturale, risparmiando energia riducendo la necessità di aria condizionata.

I servizi sono facilmente raggiungibili a piedi su sentieri alberati, eliminando la necessità di guidare da casa ad essi.

I terrazzii sono più profondi del normale per ridurre il calore e l'abbagliamento della luce solare diretta.

Il legno viene messo in forno ben sei volte riducendone la quantità d’acqua che si trova al suo interno per aumentarne la durata e la resistenza all'usura. 


Testi e immagini cortesemente forniti da Keturah Reserve

www.keturahreserve.com

Spazi Comuni


I 100 progetti che potranno accedere al Fondo Wow! di Airbnb


Airbnb ha selezionato tra decine di migliaia di candidature da tutto il mondo, i 100 progetti che, da 23 paesi diversi, potranno accedere ai 10 milioni stanziati per il Fondo Wow!.

Lanciato lo scorso giugno, il fondo metteva a disposizione 10 milioni di dollari per la creazione e lo sviluppo delle 100 idee di alloggi unici* più creative.

Le idee vincitrici, selezionate da una giuria dedicata composta dalla designer e icona di stile Iris Apfel, l’architetto Koichi Takada, la Superhost di Airbnb Kristie Wolfe e Bruce Vaughn, Vice President Experiential di Airbnb, si sono distinte per il loro design unico, la considerazione verso tematiche come la sostenibilità e la volontà di offrire nuove esperienze di soggiorno agli ospiti. Ogni ideatore dei 100 progetti finalisti riceverà fino a un massimo di 100mila dollari per trasformare le proprie idee in realtà: nel prossimi mesi infatti, questi 100 concept diventeranno alloggi reali pronti per essere prenotati dagli ospiti per l’estate 2023 all’interno della nuova Categoria Wow!.

 

Tra questi, anche “Il Pino”, un progetto dell’architetto Luca Beltrame, 32 anni, tornato a Tarvisio dopo aver studiato e lavorato in varie città del mondo, tra cui Roma, Vienna, Los Angeles e Tokyo. In questa pagina un approfondimento del progetto.


Da un alloggio a forma di pino, a una casa sull’albero in Svezia alla quale si può accedere solo via acqua, da una casa a forma di avocado volante fino a un fossile di teschio di dinosauro nel deserto degli Stati Uniti, queste 100 idee vogliono estendere il concetto di soggiornare con Airbnb e sono alimentate dalla passione, le tradizioni,  e i territori in cui vivono i partecipanti al fondo.


Ed è proprio la natura, insieme alla ricerca architettonica, uno dei principali elementi che caratterizzano tutti i progetti inviati per accedere al fondo. Infatti:

- 400 idee miravano sulla possibilità di ammirare le stelle; 

- 777 idee si ispiravano alla frutta e 680 al mondo del vino; 

- 7931 idee proponevano l’utilizzo di pannelli solari per poter contare su energia sostenibile; 

- 1214 idee sviluppavano il concetto di casa sull’albero e 389 erano strutture sospese; 

- 509 erano le case a forma di fungo che spuntavano dal terreno.  

Un ultimo dato: rispetto agli alloggi unici, le notti prenotate in questo tipo di sistemazioni su Airbnb sono aumentate di quasi il 50% dal 2019 al 2021 a livello globale. 


*Gli alloggi unici sono definiti tali dagli host e includono case sull’albero, iurte, barche, case, castelli, tende, isole, rifugi, treni, mulini ma non solo.


Foto Airbnb


Il Pino

progetto di Luca Beltrame


Immagina di essere sulle Alpi, sopra le cime degli alberi, a guardare le montagne illuminate dal chiaro di luna. L'unico suono, è un cervo che passa li vicino. Stai trascorrendo la notte in una casa sull'albero, o meglio tra gli alberi, a forma di pino. Questo è “Il Pino”, concepito per il concorso organizzato da Airbnb “Airbnb’s OMG! Fund”, per creare un’esperienza unica di pernottamento.

Il sito si trova a 5 minuti dal centro di Tarvisio, vicino ai confini di Italia, Austria e Slovenia. Tarvisio è una rinomata meta turistica, privilegiata con una natura incredibile e molti eventi che si svolgono sia in estate che in inverno.

“Il Pino, è costituito da tre volumi sovrapposti verticalmente, con prospetti triangolari. Grandi aperture verso la vallata regalano panorami unici: intimi in fondo, sereni tra il fogliame in mezzo e mozzafiato in alto.

I tetti a falde sono rivestiti con scandole di larice dipinte di verde, che ricordano gli aghi di pino. Pareti, lastre e interni sono in CLT, con finitura naturale, per una vera esperienza alpina. La casa sull'albero è off-grid e progettata per essere vissuta come unità autosufficiente per una coppia o una piccola famiglia.

La zona giorno è al piano inferiore con accesso al bosco tramite un terrazzo frontale. Al centro, c'è un bagno e uno spazio flessibile per la meditazione, gli ospiti o lo studio. La camera da letto principale si trova all'ultimo piano, con una sbirciatina sulle Alpi.

www.beltrame.studio

info@beltrame.studio


Disegni e Immagini Studio Beltrame

Luca Beltrame (1990) si è laureato con lode alla Die Angewandte, University of Applied Arts Vienna sotto la cattedra di Kazuyo Sejima e Zaha Hadid. Il suo percorso accademico comprende anche gli studi alla SCI_arc di Los Angeles e precedentemente a Roma, Wiesbaden e Udine. Prima di lavorare in proprio con il padre (studio Beltrame), ha lavorato nell'ufficio di Kengo Kuma con sede a Tokyo, per MVRDV a Rotterdam e studio Precht a Salisburgo. E' iscritto all'Ordine degli Architetti della provincia di Udine.


Ospitalità di lusso a New York


Aman New York accoglierà i primi ospiti il ​​2 agosto 2022

Al termine di una monumentale trasformazione dell'iconico Crown Building a Manhattan - di cui WD aveva parlato alla fine del 2020 - l'hotel di 83 suite e le sue 22 residenze portano la pace promessa dal nome sanscrito di Aman nel cuore di New York. L'hotel è il secondo di una nuova generazione di proprietà Aman in contesti urbani, seguendo le orme di Aman Tokyo e portando il marchio ad avere 34 proprietà in tutto il mondo

Un progetto diJean Michel Gathy - St. Denniston


Adagiato all'angolo tra la 57th Street e la Fifth Avenue, lo storico Crown Building fu costruito nel 1921. Progettato da Warren & Wetmore, architetti di alcuni degli edifici più noti di New York, tra cui la Grand Central Station e l'Helmsley Building, l'edificio ha subito un significativo restauro, che segna la sua nuova veste di santuario urbano di Aman. 


Entrando in Aman New York, gli ospiti salgono al 14° piano dell'hotel, progettato da Jean Michel Gathy di Denniston, dove un atrio a doppia altezza infonde da subito un senso di maestosità. I ristoranti includono Arva, il ristorante italiano conviviale di Aman, e Nama, l'interpretazione di Aman della tradizione culinaria washoku giapponese, che presenta un bancone in legno Hinoki giapponese per una cucina raffinata in stile omakase, insieme a una Wine Library, il tutto collegato da una verdeggiante terrazza con giardino. Dotato di piscine riflettenti e spettacolari bracieri, lo spazio esterno di 650 mq beneficia di un tetto in vetro retrattile che ne consente l'utilizzo durante tutto l'anno. Nel frattempo l'esclusivo Jazz Club offre spettacoli dal vivo di livello mondiale, reinventando un'esperienza classica di New York e fungendo da luogo di ritrovo notturno.


Separata, una splendente Aman SPA si estende su tre piani (2.300 mq) definendo un approccio completamente nuovo e onnicomprensivo al ringiovanimento in città. Realizzazione più completa della filosofia del benessere Aman nell'emisfero occidentale, la SPA offre una gamma completa di attività rivolte al benessere, sviluppandosi intorno a una piscina coperta di 20 metri fiancheggiata da fuochi e lettini e illuminata dal bagliore caldo di magnifici elementi illuminanti in rame . Per coloro che cercano un'esperienza di benessere personalizzata, due vaste SPA House offrono cabine per trattamenti doppi, sale Banya e Hammam e terrazze private all'aperto con piscine calde e fredde, lettini da giorno e caminetti. Disponibili privatamente, le SPA Houses sono paragonabili a quelle dei più remoti resort Aman e introducono un concept totalmente nuovo  per la città.


Ideali sia per gli ospiti business che per i turisti, le 83 suite dell'hotel sono tra le più grandi di New York e si ispirano all'architettura ariosa delle proprietà Aman nel sud-est asiatico. Un invito a staccare la spina dal mondo esterno, ogni suite offre anche un caminetto funzionante, novità per  New York City, mentre i bagni sono opulenti e di grandi dimensioni con vasche da bagno ovali, docce in marmo e doppio lavabo. Le grandi finestre offrono viste dinamiche e l'uso di materiali organici e naturali e toni tenui conferisce un senso di equilibrio e armonia che ricorda quello delle location orientali di Aman.


All'11° e 12° piano dell'edificio, 11 Grand Suite possono essere configurate con camere da letto aggiuntive per creare spazi a misura di famiglia, mentre due Aman Suites offrono l'apice della vita urbana Aman con vista sulla 57th Street e su Fifth Avenue, soggiorno e zona pranzo con tavoli per sei, angolo cottura con posti a sedere e ampie cabine armadio.

Con un ulteriore cenno alle radici del marchio, ogni suite presenta anche un murale su larga scala dell'artista giapponese contemporaneo Ryoko Adachi ispirato al capolavoro del XV secolo Pine Trees (Shōrin-zu byōbu) di Hasegawa Tōhaku. Una delle opere più celebri del Giappone, Pine Trees è stata designata Tesoro Nazionale nel 1952 ed è acclamata a livello internazionale. La ricreazione del pezzo da parte di Adachi cattura perfettamente la sua eminente influenza pre-Edo ed è un omaggio a Tōhaku, stampato su carta di riso delicata e che si estende sulle pareti come punto focale accattivante.


Aman New York si unisce ad Amangani nel Wyoming e ad Amangiri nello Utah quale terza destinazione del marchio negli Stati Uniti; il trio sarà presto accompagnato da Aman Miami (2024).

Design, Città e Benessere


La “BIOTECA” Wellness, un nuovo centro per Cesano Maderno del XXI Secolo

Un progetto di Giancarlo Marzorati


L’antico detto latino "mens sana in corpore sano" è inteso a esortare al benessere corporeo che, peraltro, non va ovviamente disgiunto da quello intellettuale. Perché il benessere intellettuale e quello fisico sono un tutt’uno, in continuo, reciproco influsso.

Dunque, in una città quale Cesano Maderno, perché le persone si mantengano in salute, occorrono spazi verdi in cui passeggiare e ambienti in cui esercitarsi, così come anche luoghi in cui mettere in moto e tenere in esercizio la mente. Ma se le due cose saranno realizzate assieme si otterrà il massimo delle potenzialità: un luogo dedicato al benessere integrale. È questa la missione della nuova Bioteca.


Lo scopo della Bioteca

Il benessere integrale tanto più si rende necessario quanto più ci si inoltra nel cosiddetto Antropocene, l’età in cui è evidente che l’essere umano con le sue industrie condiziona radicalmente l’ambiente naturale e di riflesso incide sulle proprie condizioni di vita; ma anche il tempo in cui la popolazione è sempre più anziana e per conseguenza sempre più bisognosa di stimoli per mantenersi attiva così da rifuggire dall’inedia, che è il nemico più insidioso per chi è entrato nell’età del pensionamento. 

È dunque bene che sorgano centri quali questa grande Bioteca in cui le persone, giovani o anziani, potranno partecipare a eventi, incontri, dialoghi, concerti, attività fisica e tanto altro che veramente sia inteso a migliorare la qualità della vita.

Al centro di questo nuovo ambiente urbano dedicato al benessere si trova una piazza d’acqua: una fontana in cui convergono le varie direttici che si incontrano nel luogo. Uno spazio aperto dal quale si accede a una serie di edifici ubicati al suo intorno: la biblioteca, gli spazi termali, altri ambienti di servizio.


Il Centro Benessere

Separato dalla biblioteca grazie al ruscello che si dirama dalla fontana per inoltrarsi tra i vicini palazzi abitativi, si troverà un edificio la cui copertura piana potrà fungere da solarium nei mesi caldi: ospiterà il Centro Benessere, le nuove terme urbane dotate di saune, sale per massaggi, idromassaggi, cromoterapia, palestra. L’acqua è fonte di vita ed è anche capace di rigenerarla sempre: bisogna saper accoglierla e servirsene. Questo è lo scopo delle terme. 

Sono un luogo dove cessa ogni formalità e dove ci si ritrova a contatto più diretto con la natura proprio perché l’acqua – sia che ci accolga in una vasca, sia che ci avvolga nei vapori della sauna – è l’espressione più diretta e immediata della natura. E nell’acqua o tra i suoi vapori mai si starà in giacca e cravatta, ma sempre con quel diretto contatto fisico ch’è proprio dell’essere umano nello stato nascente, al di là di ogni costrutto formale. Stare a contatto con l’acqua è sempre un poco come tornare bambini: fa ringiovanire.

La prossimità di ambienti apparentemente lontani tra loro, quali una biblioteca e uno spazio termale attorno alla stessa piazza urbana, renderà questo luogo a una completezza inusitata che rifletterà appieno la complessità dell’essere umano, in tutte le sue manifestazioni. Nella Bioteca si ritroverà la pienezza dell’essere umano.


La forza dell’informalità

È noto che le idee migliori sono quelle che sorgono negli incontri informali che si svolgono a lato dei luoghi di studio o di lavoro, per esempio nel bar in cui si fanno quattro chiacchiere tra colleghi durante gli intervalli. Lo stesso può avvenire in uno spazio di carattere termale al quale si può accedere anche tra una lettura e l’altra in biblioteca, o dopo aver partecipato a un convegno, o prima di assistere a un concerto. 

E la stessa biblioteca non sarà una semplice biblioteca, ma sarà dotata di tutti quegli altri spazi – bar, sale polifunzionali e mass-mediali, ecc. – atti a permettere lo svolgimento delle attività più diverse, dalle ricerche online ai concerti, alle esposizioni, alle manifestazioni teatrali. Dalla biblioteca basteranno pochi passi per accedere agli spazi termali o agli altri servizi che si allineeranno lungo il perimetro dello spiazzo centrale.

Da questa complessità deriva la rilevanza del progetto di nuova Bioteca, il cui nome è anche inteso quale omaggio allo sviluppo architettonico del sito, tutto impostato sul rapporto con la natura, a partire dall’abbondanza del legno usato quale materiale privilegiato per le costruzioni che vi sorgeranno.


La Bi(bli)oteca

Consideriamo la forma dell’edificio dedicato propriamente a biblioteca: l’ondulazione della copertura, peraltro protetta da un manto verde, e l’incentrarsi degli spazi interni attorno alla scala elicoidale, ricordano l’ampiezza spaziale offerta dalle strutture a cupola: ampie, dotate di capacità di respirare verso il cielo e di ispirare un senso di libertà. Ma se la struttura della cupola “classica” è definita dalle due dimensioni prevalenti, quella verticale centrale e quella del movimento circolare alla base, qui si sommano e si intersecano diverse direzioni che arricchiscono l’ambiente e lo rendono vario e pertanto più interessante e stimolante, da qualsiasi punto di vista lo si osservi, sia all’interno che all’esterno. 

L’attento studio dell’orientamento dell’edificio consentirà inoltre di aprire ampie vetrate: qualcosa di inconsueto in una biblioteca dove l’illuminazione interna è in prevalenza elettrica e uniforme, pensata in modo tale da favorire la concentrazione e la lettura. Le ampie vetrate invece qui consentiranno di godere la vista dei vicini alberi, quasi che questi entrino dentro l’atrio e sfiorino la sala di lettura. O di traguardare verso il vicino edificio a carattere termale. Lo scambio visivo tra esterno e interno permetterà a questa Bioteca di essere unica nel suo genere.


Un centro gravitazionale

La città diventerà sempre più policentrica. E questa Bioteca sarà il centro del benessere e della cultura per la Cesano Maderno del futuro. 

La vicinanza con la ferrovia e la vecchia stazione evidenziano la facilità dei raccordi non solo urbani. I sistemi di superamento ciclopedonale dei vicini binari e di attraversamento del lotto, con sentieri e col tracciato del ruscello, indicheranno le diverse direzioni che qui si intersecheranno e che lo raccorderanno con le varie altre parti della città.

Il filare di alberi che costeggerà il viale parallelo alla ferrovia fungerà anche da barriera visiva e acustica intesa a esaltare la quiete che caratterizzerà il nuovo insediamento.

La conservazione dell’edificio del vecchio casotto conferirà profondità storica al sito. 

Il declivio erboso composto col materiale di scavo per le nuove edificazioni che insisteranno nel luogo darà varietà all’insieme: sarà come un teatro all’aperto.

La Bioteca sarà più di un nuovo centro urbano: sarà un segno di rinascita della città. Sarà, come è accaduto con l’apertura del Central Park a Manhattan a metà dell’800, un modo per portare la natura al centro della città. Perché la città dei nostri tempi ha bisogno di un ritorno alla natura. 

Design, Città e Benessere


La nuova Manchester Central

Lo studio di architettura SimpsonHaugh di Manchester ha presentato il progetto della torre di 40 piani che conterrà 399 appartamenti con una o due camere da letto, oltre a una torre per uffici separata, sugli archi della ex stazione ferroviaria centrale di Manchester.


Si tratta di strutture di fascia alta che presenteranno per i residenti una piscina e un centro benessere, una lounge bar e una hall d'ingresso con un acquario.

Lo studio di design Lister&Lister ne sta progettando gli interni e le prime immagini presentate dallo sviluppatore, Salboy, mostrano le volte in mattoni celebrate con illuminazione d'atmosfera e diversi dettagli.

La stazione Manchester Central aprì qui nel 1880, con le volte in mattoni che fungevano da copertura della linea ferroviaria fino alla chiusura definitiva della stazione nel 1969.

Prima che i lavori potessero iniziare, un team archeologico dell'Università di Salford ha effettuato uno scavo sul posto durato 12 settimane per trovare eventuali resti dell'insediamento romano.

Viadux, così si chiama il nuovo complesso, è destinato al completamento nel 2024. Oltre alle strutture negli archi, i residenti avranno accesso a una serie di altri servizi tra cui spazi di co-working flessibili e aree lounge, in modo che i residenti possano facilmente lavorare da casa.

Giardini creati da paesaggisti collegheranno le due torri, mentre spazi pubblici circonderanno gli edifici


I rendering sono di OurStudio 


Architettura e Benessere

Aalto e il rituale domestico


Alvar Aalto e Villa Mairea, affinché l’uomo possa trovare benessere psicofisico negli ambienti e negli spazi a sua misura pensati

(di EZV)


In un contesto di intenso sviluppo urbano nella prima metà del ‘900, le classi più abbienti tendono con sempre più forza a ricercare ambiti meno frenetici e più personali, per contrastare la forte impersonalità che il vivere la città stava assumendo. È proprio il tema della sfera domestica, assieme al rapporto tra tradizione e novità, il problema cui cerca di trovare soluzione il Movimento Moderno. La casa, tanto intima quanto formale, risulta essere un elemento che trascende dalla pura tecnica ingegneristica e architettonica, toccando questioni più alte e spirituali, incentrate sulle esigenze e sulla natura dell’uomo. Alvar Aalto rende propri questi temi e li esalta in un contesto particolare come quello scandinavo, modellandoli secondo quelli che sono i rituali della cultura finlandese e le volontà della propria committenza. Il suo più grande capolavoro in quest’ottica risulta essere Villa Mairea, a Noormarkku (1938-40), che è perfetta sintesi del pensiero domestico dell’architetto, così come Ville Savoye per Le Crobusier o Casa Kaufmann per Wright, per citare i grandi maestri del modernismo. Villa Mairea si inserisce in un contesto boschivo, isolato e immerso nella natura, che la ricca famiglia Gullichsen avrebbe voluto diventasse propria abitazione nonché rifugio rurale. Aalto fu libero di sperimentare e modellò l’edificio secondo una C che rappresenta la transizione da formalità a pura intimità spirituale, da ambienti di rappresentanza, quali soggiorno e sala da pranzo, a ambienti di profonda interiorità, come la sauna. Questo passaggio da estroverso a introverso è esplicitato non solo dalla funzione dei luoghi della villa, ma anche da una ricerca formale che si evolve da linee più rigide e dure a linee più morbide, il tutto delineando in pianta una semi-corte chiusa da una piscina e da una fitta sequela di alberi, simbolo di perfetta e graduale fusione tra antropico e naturale. La complessità dell’architettura sta, secondo quanto affermato dallo stesso Aalto, nella pluralità di tematiche coinvolte, nelle “esigenze sociali, umane connesse a problemi psicologici e economici che toccano l’individuo come il gruppo”. L’attenzione per i rituali dell’uomo, la loro forte caratterizzazione e la loro esaltazione in chiave moderna era ciò che preoccupava maggiormente l’architetto, come un altro dei suoi capolavori, il Sanatorio di Paimio (1929-33), dimostra. Villa Mairea prende forma dalla serie di contrasti che caratterizzano l’uomo, dalla sua ambiguità irrazionale e non definibile. Il naturale scorrere degli ambienti interni, che si succedono sinuosamente, evidenzia ancora una volta la minuziosa ricerca sulla psiche umana e sui comportamenti dell’individuo affinché essi possano avvenire naturalmente e senza forzature, trovando riscontro in quello che è l’ambiente costruito. La casa scendeva a un’estremità verso una sorta di ala rustica che avvolgeva la piscina e la sauna, il cuore pulsante della casa e della spiritualità scandinava. A tale zona vi si accedeva attraversando una tettoia che evoca la capanna nordica primitiva, circondata da legno, pietra e ciottoli, per sottolineare ancora una volta il forte legame tra uomo e tradizione, e le cui linee curve guidano l’individuo attraverso la fruizione degli spazi. Questo percorso serpeggiante rappresenta l’interpretazione di Aalto di un intrattenimento serale nel quale le formalità dell’ospite cittadino possano essere estirpate per indurre alla pura convivialità della sauna e alla ricerca psicologica dell’uomo al suo interno. Villa Mairea rifiuta una visione meramente astratta dello spazio e la sostituisce con un'enclave che incoraggia un senso di appartenenza. L’importanza della casa come rifugio dalla vita lavorativa, come elemento in cui l’uomo possa vedersi rappresentato, assieme alle sue tradizioni e alle sue abitudini è perfettamente simboleggiato dalla sauna. Gli eventi e i rituali della vita quotidiana vengono celebrati in una sequenza di luoghi e punti di sosta, in perfetta armonia con la natura, volti a esaltare la ricerca psicologica di Aalto, affinché l’uomo possa trovare benessere psicofisico negli ambienti e negli spazi, a sua misura pensati.

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