Home and Wellness


Seminario progettuale Architettura dell'Hospitality

Hotel e Natura

Neuroscienze e biofilia, Turismo immersivo e design sostenibile,

Paesaggio e rinnovato equilibrio uomo-natura, Multisensorialità e materiali...

Milano, venerdì 22 maggio, ore 9.15 - 18.00


Aman, resort e residenze di prossima apertura e sviluppo


Aman Amanvari, Messico

Aman ha annunciato il suo nuovo santuario costiero, Amanvari, la cui apertura è prevista per la primavera del 2026. Un tranquillo rifugio lungo l'incontaminato Capo Orientale della Bassa California, in Messico, il resort da 18 tra ville, stanze e suite e la sua esclusiva collezione di residenze porteranno per la prima volta nella destinazione lo stile di vita Aman, caratterizzato da natura, privacy e un'ospitalità senza pari.

Con un design originale di Heah & Co., realizzato da Elastic Architects, Amanvari rispecchia l'incrollabile dedizione di Aman alla fusione di natura e architettura. Situato nel punto d'incontro di tre paesaggi distinti - spiaggia, deserto ed estuario - il resort è sapientemente posizionato per celebrare il suo contesto naturale. Con un'estetica organica e contemporanea che fonde interni ed esterni, le Casitas di Amanvari, situate in posizione elevata, offrono ampie vedute sul Mare di Cortés, sulle montagne della Sierra de la Laguna e sui cieli in continua evoluzione di East Cape. Anche le Aman Residences seguiranno l'esempio, offrendo spazi privati ​​immersi nella natura, con ville posizionate sulla sabbia, in alto con vista sul Mare di Cortés o con vista sul campo da golf della tenuta progettato da Robert Trent Jones.

Altrove, gli interni sono realizzati con una palette di materiali color sabbia, che richiamano le tonalità del terreno circostante. Un mix di cemento bianco, pietra naturale e legni tropicali definisce il linguaggio del design, con viste incantevoli e cortili all'aperto che attirano lo sguardo verso l'orizzonte e le montagne. Ceramiche su misura e opere d'arte originali di artigiani messicani completano ogni spazio per imprimere al resort lo spirito locale.


Aman Karingani, Mozambico

Aman Karingani è uno straordinario rifugio safari, con resort e residenze esclusive, situato all'interno della Riserva Naturale di Karingani, in Mozambico, che si estende per 150.000 ettari.

Confinante con il leggendario Parco Nazionale Kruger, lungo 84 chilometri, la Riserva di Karingani non ha nulla da invidiare ad alcune delle destinazioni safari più ambite del continente. Situata in un ambiente eccezionale e appartato nel Mozambico meridionale, la riserva vanta una varietà di ecosistemi che spaziano dalle savane aperte alle ondulate foreste e alle zone umide stagionali, creando un rifugio importante per una vasta gamma di animali selvatici. Situato in una posizione elevata con vista su una distesa infinita incorniciata da montagne lontane, l'Aman Karingani offrirà un'esperienza sensoriale straordinaria da ogni punto di vista.

Per preservare questa esperienza nella natura destinata a pochi ospiti, il resort sarà composto da soli 30 pavillion indipendenti, con una o due camere da letto, progettati secondo l'estetica distintiva di Aman per garantire il massimo comfort e privacy. Tutte le strutture si aprono su ampie terrazze coperte con vista sull'orizzonte dalle loro piscine private. Vi sarà inoltre una selezione limitata di residenze a marchio Aman da tre a sei camere da letto.


Aman Singapore 

Aman Singapore sarà un futuro retreat urbano che ridefinirà il panorama ultra-lusso della città. Riunendo nella città-stato un hotel, una collezione limitata di residenze a marchio Aman e un club privato, questa nuova destinazione segna un momento cruciale per il marchio, introducendo per la prima volta lo stile di vita e il DNA di Aman, fatto di privacy, design armonioso e servizio ineguagliabile, in una delle città più dinamiche al mondo.

Promettendo un raro equilibrio tra pace e rifugio nel vortice urbano, Aman Singapore sorgerà all'interno di The Skywaters, destinato a diventare il nuovo grattacielo più alto e iconico di Singapore con il contributo di Skidmore, Owings & Merrill alla progettazione architettonica complessiva della torre, The Skywaters sorgerà su un'isola di rara bellezza, alla confluenza tra il Central Business District di Singapore, Marina Bay e il futuro Greater Southern Waterfront.

Aman Singapore sarà caratterizzato da interni eleganti e un design armonioso, realizzati dai collaboratori di lunga data dello studio Kerry Hill Architects.


Testo e foto cortesemente forniti da Aman Resorts


Hacienda Wabi, Tulùm, Messico

progetto RA!


Hacienda Wabi è un complesso residenziale immerso nella giungla, che si fonde perfettamente con l'ambiente naturale circostante.

Promosso da Namus, uno sviluppatore con sede a Tulum specializzato in progetti esclusivi e progettato da RA!, la struttura, composta da scale e terrazze, si eleva per creare spazi che, col tempo, sembrano arrendersi alla natura. Il design dell'edificio cerca di reinterpretare il passare del tempo attraverso la lente dell'estetica delle rovine

I volumi sfalsati, che arretrano verso il cielo, evocano gli antichi insediamenti che un tempo costeggiavano l'area, generando una disposizione che garantisce un flusso costante di luce e aria a

ogni isolato. Le terrazze sono incorniciate da fioriere perimetrali che ricoprono la facciata di verde, dando l'impressione che la natura si riappropri dello spazio.

All'interno, un ampio cortile frammentato crea angoli intimi che danno accesso ai 15 appartamenti distribuiti su tre livelli. Ogni livello è caratterizzato da terrazze e percorsi tortuosi che conducono alle aree semi-pubbliche, tra cui la piscina e gli spazi ricreativi.

Ogni piano offre caratteristiche distintive: il piano terra vanta ampi giardini e piscine, il primo livello include terrazze e idromassaggio, mentre il secondo livello è caratterizzato da giardini pensili con vista che si estende fino alle cime degli alberi.

La palette di materiali dell'edificio attinge a texture locali, con la pietra che fissa la base e il Chukum che rifinisce i piani superiori. I toni neutri permettono alla giungla di svolgere un ruolo da protagonista, poiché la vegetazione diventa parte integrante di pareti e lastre, fondendosi perfettamente con l'architettura.


Testo e foto cortesemente forniti da RA!

Foto di Ariadna Polo


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Casa Jacaranda a Valencia

progetto di Ramón Esteve


Casa Jacaranda si trova in una zona residenziale alla periferia di Valencia. Il terreno presenta una geometria unica e condizioni topografiche favorevoli che hanno facilitato la realizzazione del progetto.


La casa è concepita come un contenitore robusto, solido e massiccio che racchiude un interno fluido, leggero e luminoso. Un gioco di contrasti complementari viene proposto per generare una volumetria che ricorda una fortezza e un rifugio. I volumi in pietra sono allungati e stilizzati attraverso lunghi aggetti che fungono da contrappunto alle diverse altezze della villa.


I diversi volumi che compongono il complesso scivolano l'uno nell'altro e si sviluppano orizzontalmente e verticalmente, creando una volumetria che ricorda una topografia in pietra. Il giardino che ne risulta funge da sfondo per i diversi spazi interni. La separazione dei volumi centrali consente la creazione di un cortile centrale che articola la planimetria e collega visivamente i diversi spazi.


Gli elementi verticali che sostengono la casa sono rappresentati da ampie pareti in muratura di pietra, mentre gli elementi orizzontali più chiari combinano cemento bianco e acciaio laccato bianco. L'interno è dominato da tonalità chiare e luminose del legno, abbinate a tocchi scuri, che conferiscono distinzione e raffinatezza.


Testo e foto cortesemente forniti da Ramon Esteve Studio

Foto Mariela Apollonio


"A House in the Andes", Quito, Ecuador

progetto ODD


Situata nella periferia rurale di Quito, "A House in the Andes" è una residenza privata che riconsidera il rapporto tra architettura, paesaggio e materiali. Costruita partendo dal terreno del sito che abbraccia e incastona in un contesto scolpito, la casa si sviluppa su tre livelli, organizzati da una piattaforma mobile. La sua chiara definizione spaziale e il suo poroso involucro in terra riflettono una risposta concreta all'abitare contemporaneo.


Integrazione con il terreno

Sorgendo da strati caratteristici di vegetazione autoctona, la casa è definita da una strategia paesaggistica che riecheggia la topografia locale ed evoca un senso di natura selvaggia degli altopiani. L'approccio progettuale si riflette nei diversi strati, rivelando muri in terra battuta e facendo riferimento ai Chaquiñán, sentieri ancestrali un tempo utilizzati per esplorare l'aspra geografia andina. Questo approccio coreografa il movimento attraverso il terreno, conducendo a una soglia ribassata e a una sequenza di sezioni immersive.


Unicità contestuale

Attraverso la trasformazione del terreno in forma, "A House in the Andes" diventa un tutt'uno inseparabile dal suo intorno, definito da profondità di sezione, sensibilità ambientale e continuità materiale. La sua architettura emerge non come un oggetto imposto al territorio, ma come un sistema spaziale in sintonia con i suoi contorni e le sue condizioni. Forma, ritmo e atmosfera derivano direttamente dal paesaggio stesso, dando vita a un'abitazione radicata nel luogo, sensibile al contesto e composta con silenziosa intenzionalità.


Testo e immagini gentilmente forniti da ODD


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Una residenza santuario nelle foreste giapponesi

Progetto di Inspatia


Forest Within è un santuario residenziale situato nelle foreste di Kitakaruizawa, in Giappone, progettato da Inspatia quale interpretazione contemporanea dell'architettura tradizionale giapponese. Radicata nella filosofia Zen e nei principi di equilibrio spaziale, la casa si integra profondamente con il paesaggio circostante, creando un tranquillo retreat che fonde architettura e natura. 

Situato ai piedi delle colline boscose del Monte Asama, una regione nota per il suo terreno vulcanico e il ricco carattere naturale, il progetto risponde alla topografia adottando forme elevate. Poggiando leggera su palafitte in acciaio, la struttura preserva i contorni naturali del terreno e la vegetazione, riducendo al minimo l'impatto ambientale. 

La disposizione è organizzata in tre blocchi principali: il Living Hub, il Wellness Retreat e la Sleeping Wing, ciascuno orientato con un angolo di 120 gradi per creare una pianta a Y. Questa configurazione rappresenta l'equilibrio, il flusso e il ritmo ciclico del tempo, strizzando l'occhio alle tradizionali geometrie giapponesi.


Testo e immagini gentilmente forniti da Inspatia


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Dallas Urby situato nel vivace Design District della città contribuisce alla continua espansione di Urby negli Stati Uniti

Un progetto Concrete Amsterdam


Noto per il suo innovativo concept residenziale che combina appartamenti eleganti e omogenei con spazi comuni attentamente progettati, Urby offre un'esperienza di vita connessa senza pari. 

Dallas Urby segna un traguardo importante, con 750 appartamenti distribuiti in due torri residenziali di 27 piani collegate da un rigoglioso giardino con piscina comune, che si integrano perfettamente nel tessuto culturale e architettonico del quartiere. 

Con progetti in corso a Washington DC, Filadelfia e Miami, e con ulteriori location in fase di esplorazione, Urby continua a ridefinire la vita urbana in tutti gli Stati Uniti.


Urby, fondata da David Barry con l'intento di aprire la strada al futuro degli edifici multifamiliari, crea ambienti costruiti con vitalità, personalità e un punto di vista distintivo. Grazie all'esperienza maturata nello sviluppo di numerose proprietà residenziali e alberghiere, come lo Standard East Village, la Chiltern Firehouse di Londra e il W Hotel di Hoboken, David ha trasformato Urby in una delle piattaforme immobiliari in più rapida crescita negli Stati Uniti. Dall'apertura nel 2016, Urby gestisce proprietà a New York, Jersey City, Harrison, Stamford, Newark, Dallas e Philadelphia. Sono in corso futuri sviluppi Urby a Miami e Washington D.C.


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Roof Garden Costiera, un terrazzo sospeso tra cielo e mare

un progetto BE.ON DVYSION


Situato sulle incantevoli colline salernitane, Roof Garden Costiera è un progetto outdoor che riesce a catturare l’anima dell’Amalfi Coast, un luogo dove eleganza e funzionalità si incontrano in una perfetta armonia.


Il terrazzo, sospeso tra cielo e mare, rappresenta una fusione perfetta tra architettura e natura, un’oasi che si affaccia su uno dei panorami più suggestivi del Mediterraneo. Il design non è pensato solo per l'estetica, ma per offrire un’esperienza immersiva che risveglia i sensi di chi lo vive.

L'approccio dello studio BE.ON DVYSION emerge chiaramente nelle scelte progettuali. Gli architetti Vincenzo Falcone e Tonia Pezzuti hanno plasmato uno spazio che racconta la storia della Costiera Amalfitana, dove ogni dettaglio, dagli arredi ai colori, è un omaggio al Mediterraneo, rendendo l'ambiente unico e irripetibile. La loro sinergia progettuale è stata l'elemento chiave per il successo del progetto. Vincenzo Falcone ha curato l'intero progetto outdoor con una ricerca meticolosa di materiali e aziende, mentre la sua dedizione è stata valorizzata da una direzione lavori impeccabile affidata alla collega e socia Tonia Pezzuti.

Le linee pulite e moderne degli arredi, realizzati in materiali resistenti, si integrano armoniosamente con la vegetazione selezionata per il green design e l’azzurro del mare, creando un senso di equilibrio e tranquillità. I colori giocano un ruolo centrale nel design dello spazio: le sfumature di tessuti e superfici richiamano i toni caldi della terra. Questo utilizzo raffinato della palette cromatica evoca l'essenza della Costiera Amalfitana, senza mai sovrastare la bellezza naturale del paesaggio.


Eleganza e Funzionalità

Il vero lusso di questo progetto risiede nella sua capacità di fondere eleganza, comfort e sostenibilità. Ogni scelta progettuale, dagli arredi agli elementi decorativi, è stata orientata verso la qualità e la durabilità, senza compromettere l'estetica. I materiali selezionati, come i raffinati rivestimenti e i tessuti resistenti degli arredi, assicurano una lunga vita agli spazi outdoor. Il risultato è un ambiente che invita al relax, offrendo la possibilità di immergersi nella bellezza del paesaggio circostante, senza trascurare le esigenze pratiche di chi lo vive quotidianamente. 

Soluzioni funzionali, come l'area lounge ombreggiata da una pergola bioclimatica con lame orientabili, si combinano con angoli intimi dedicati al relax, in cui è stata inserita un’elegante doccia. Questi elementi sono stati attentamente integrati per garantire una fruizione completa dello spazio in ogni momento della giornata...


Foto Renzo Raviello Photographer

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Una casa che esce dalla terra, Oeiras House

Progetto di OODA (Oporto Office for Design and Architecture)


Situata nella cittadina portoghese di Oeiras, questa "casa che esce dalla terra" si erge quale risposta architettonica al terreno irregolare del sito, armonizzandosi con il paesaggio attraverso una struttura semi-interrata che sfrutta attentamente le sue caratteristiche naturali.


Il pendio verso ovest, inizialmente visto come un ostacolo a causa della luce naturale limitata, ha ispirato il design a forma di U della casa, che massimizza l'esposizione alla luce solare durante tutto il giorno, offrendo al contempo spazi esterni privati ​​e appartati, protetti dalla vista, una caratteristica essenziale data la visibilità pubblica del cliente. Allineato con il pendio, il volume a un piano mantiene altezze del soffitto senza ostacoli e un'accogliente apertura. 

Una piscina panoramica funge sia da punto focale che da fonte di luce potenziata per il cortile interno, che diviene elemento unificante nel design della "casa-patio", promuovendo coerenza spaziale, strutturale e materiale. Attorno al vuoto del cortile centrale ci sono spazi fluidi designati sia per usi sociali che individuali, organizzati in un layout fluido e armonioso.


La semplicità geometrica contrasta con la ricca materialità, con cemento e legno che fungono da materiali primari. Il volume superiore è definito dal cemento, scelto per le sue qualità strutturali ed estetiche, che permette a una trave alta di attraversare lo spazio senza pilastri. Ciò consente stanze ampie e aperte che si fondono con l'esterno, creando un senso di continuità. La parte inferiore e abitabile della casa presenta materiali più caldi come il legno, creando un'atmosfera più intima e collegando gli interni con il paesaggio naturale circostante. Ampie superfici trasparenti perfezionano ulteriormente questa connessione tra interno ed esterno, creando un dialogo fluido tra i due regni. In contrasto con gli stili minimalisti contemporanei che evitano l'ornamentazione, questo design abbraccia dettagli raffinati e considerazioni ergonomiche, mostrando un rispetto sia per l'artigianato che per il comfort. Il design degli interni riflette questa idea di natura e tranquillità, con una disposizione aperta che invita la luce naturale e promuove un flusso interno-esterno. Materiali caldi e naturali come legno e pietra continuano all'interno per creare un senso di calore radicato. Mobili personalizzati, luci da incasso e vani portaoggetti nascosti massimizzano lo spazio, mentre scelte di design discrete garantiscono un'estetica equilibrata e incentrata sull'uomo in tutti gli ambienti.


Foto di Fernando Guerra | FG+SG


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Park Court Jingu Kitasando The Tower,  design, natura e ambiente


Il progetto Park Court Jingu Kitasando The Tower di Hoshino Architects è stato premiato quale vincitore nella categoria High Rise Buildings dell'Architecture MasterPrize 2024, premio internazionale che riconosce eccellenza e qualità nel design.


Situato proprio nel centro di Tokyo, il Park Court Jingu Kitasando The Tower si ergerà all'interno di tre degli spazi verdi più lussureggianti della città: il Santuario Meiji, i suoi giardini esterni e il Giardino Imperiale di Shinjuku.


La posizione offre una grande libertà agli abitanti con un ottimo accesso alle linee della metropolitana JR Yamanote e Tokyo Metro, che sono il cuore della rete dei trasporti della città.


Questo quartiere diventerà un nodo esemplare in cui la funzionalità urbana del traffico pedonale e di quello stradale si intersecheranno con i rigogliosi spazi verdi dove uccelli e farfalle potranno dispiegare le ali.


Poiché il sito varia in elevazione, il progetto sfrutta la conformazione del paesaggio per intrecciare tra loro varietà di verde, sentieri, acqua e altri elementi e creare uno spazio esterno che trasforma lo scenario circostante, conferendo alla facciata dell'edificio un aspetto sempre mutevole per coloro che passano.


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“Amira District”, architettura in comunione con l'ambiente naturale

Progetto di DNA Barcelona Architects


“Amira District” a Tulum, Messico, consiste in un complesso residenziale in gran parte circondato da verde e lusureggiante natura che offre sensazioni uniche attraverso le diverse esperienze vivibili. 

Ciascuna unità immobiliare fungerà da comunità con 54 appartamenti da 1, 2 e 3 camere da letto. Il progetto è pensato per un ambiente dal grande valore turistico e paesaggistico in un luogo incontaminato nella regione dello Yucatan, vicino all'Oceano Atlantico.

Gli spazi comuni di lusso sono integrati nella natura, quindi il complesso offre giardini nella giungla, piscine comunitarie con canali collegati, magici spazi abitativi all'aperto, aree prendisole adiacenti al fiume, padiglioni multiuso e attrezzature sportive, nonché piscine sul tetto interconnesse, palestra/yoga. aree sui tetti e infine la presenza di parcheggi esterni. Ogni elemento della struttura è destinato al relax, a godersi la natura del luogo, così che i residenti godano di una tranquillità mentale, un equilibrio tra corpo e anima.

"Amira District" basa il suo design sulla comunione tra l'ambiente naturale e una geometria contrastante con esso. La facciata emula il movimento delle onde creando dinamismo e il suo materiale è il bambù autoctono. L'architettura si fonde con la natura che entra all'interno dell'edificio e sale sul tetto dove fiorisce la vita sociale di ogni comunità con le sue esperienze uniche come spa, palestra e "piscine a ponte".

Il piano terra è destinato alla collocazione di tanti elementi naturali e spazi comuni, prevede una piscina privata e un giardino che comunica con la zona centrale che, come un parco fluviale, attraversa l'intera città.

La disposizione degli edifici è tale da favorire l'inclusione dei luoghi di accesso nell'insieme dello spazio esterno, consentendo di recepire l'architettura come qualcosa in grado di convivere con la natura fin dall'antichità. Dall'esterno viene ricercato un mimetismo con le forme della'ambiente, in modo che tutto si presenti nel suo insieme offrendo il dinamismo proprio del movimento degli alberi con il vento.




Upper House, l’architettura ispirata alla natura ha in sé la formula vincente

Brisbane City, Australia – Koichi Takada Architects


"Lo stile di vita dei grattacieli è diventato distaccato e disconnesso: dalla comunità, dalla natura, gli uni dagli altri", afferma Koichi Takada. "Con Upper House, stiamo cercando di sfidare questo e stabilire un nuovo modello di vita verticale che sia basato sulla connessione."


L'edificio comprende 188 appartamenti di lusso all'interno di un'architettura espressiva che fa riferimento al fico di Moreton Bay, un'opera d'arte di 5 piani sulla facciata condivide un messaggio sulle popolazioni indigene dell'Australia, la più antica civiltà vivente conosciuta al mondo.


Upper House è un progetto multiresidenziale di 33 piani che ha ottenuto numerosi premi nel 2024, sia le giurie che il pubblico hanno elogiato l'edifico per le sue scelte consapevoli, l'introduzione di elementi naturali materiali, piantagioni di biodiversità, rispetto per le persone e il pianeta, come forma armoniosa e armonica.


L'architettura è progettata per celebrare la bellezza naturale di Brisbane, lo stile di vita urbano rilassato e il mite clima subtropicale. Punteggiando lo skyline della città con un pergolato in legno e un'oasi tropicale sul tetto, Upper House dispone di 1.000 mq di servizi benessere all'avanguardia che relazionano e uniscono i residenti...


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The Longevity SPA al Portrait Hotel di Milano / la prima luxury SPA in Black & White


The Longevity Suite, il più evoluto network di Biohacking e Antiage City Clinic europeo, ha creato la sua prima SPA interamente personalizzata caratterizzata dal minimalismo bianco e nero, attuale, elegante e sofisticato.


Situato nel quadrilatero della moda di Milano, l’iconico Portrait Hotel, prestigioso 5 stelle del gruppo Lungarno, ospita The Longevity SPA in un contesto architettonico e monumentale d’eccezione.


Il progetto, curato dallo studio B+Architects, valorizza l’immagine di The Longevity Suite in ambito luxury, nel pieno rispetto dell’edificio storico, con un’approfondita ricerca dei materiali e delle finiture totalmente customizzate.

L’accesso alla SPA, 700 mq. situati nella parte più antica dell’edificio, avviene dall’affascinante “Piazza del Quadrilatero”, un’oasi serena incorniciata dal seicentesco colonnato.


La Reception della SPA attende l’ospite in un ambiente accogliente e rilassante, luminoso ma non invadente, dove predominano i toni del bianco declinato in materiali preziosi. Le pareti sono contraddistinte da rivestimenti in grandi lastre di marmo Rhino White, candido e scintillante, con una particolare lavorazione cannettata e venature tono su tono. Il pavimento, in seminato bianco è stato realizzato in opera da una storica azienda milanese è costituito da ciottoli di prezioso marmo Lasa, enfatizzati dalla finitura lucida. Il desk reception, progettato in ogni dettaglio, presenta finiture preziose ed una totale integrazione delle parti tecnologiche… 

 

Testo e immagini cortesemente forniti da B+Architects

www.barchitects.it

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Ospitalità, Territorio, Cultura

W Toronto, vetrina della cultura locale


L'apertura del W Toronto  progettato da Sid Lee Architecture nel quartiere Yorkville e basato su temi legati al patrimonio attuale e storico della città; il nuovo look di W Toronto riflette il desiderio del brand di affermarsi come vetrina della cultura locale.

Ripensati come una serie di messe in scena, i nuovi spazi riecheggiano la diversità del centro urbano e, attraverso un'esperienza progettuale fluida, il W Toronto facilita l'incontro con la città all'interno delle proprie mura.


“La connessione con la comunità è una parte importante del DNA di W, era pertanto fondamentale collegare l'hotel al suo contesto, ma il layout originale chiuso dell'edificio rappresentava una sfida all'idea di integrazione", afferma Martin Leblanc, architetto e senior partner di Sid Lee Architettura. "Ci siamo quindi affidati a una connessione continua tra l'interno e l'esterno per trasformare l'hotel in un hub di correlazione". Idea che è stata sviluppata in particolare attorno all'aggiunta di un ascensore accessibile direttamente dalla strada.


Al piano terra, la facciata si apre sulla strada e consente un collegamento diretto con Public School (ndr noto locale di Toronto, www.publicschooltoronto.com): il caffè dell'hotel di giorno e il cocktail bar di notte. L'azione si snoda attorno a un bar circolare informale caratterizzato da pannelli in marmo nero dentellato che si adattano al contesto dei negozi di design di Bloor Street, avvicinabili e invitanti, chic ma accessibili.

La riprogettazione dell'ingresso invita la via cittadina all'interno attraverso l'integrazione di una serie di interventi artistici colorati ispirati alla cultura della street art di Toronto. I murales, firmati dall'artista locale Alan Ganev, riportano i visitatori nel famoso "Graffiti Alley", un circuito di street art che si estende per oltre un chilometro nel Fashion District.


Il progetto di Sid Lee Architecture dà tono a un ingresso cinematografico sulla scena di Toronto mentre si alza il sipario su un'esperienza alberghiera aggiornata quale risposta alla ricca cultura della metropoli canadese più grande e diversificata.

I progettisti hanno utilizzato la qualità brutalista dell'edificio come una tela neutra e hanno accentuato i diversi spazi con una scenografia vibrante. Elementi di design biofilico sono stati integrati con la mineralità del cemento, come se la natura si fosse impossessata delle vestigia dell'ambiente costruito.


Disposti per l'hotel, gli elementi biofili consentono una connessione costante con la natura e riconducono ai famosi ravines* di Toronto, che insieme formano una foresta urbana che circonda la città.

* ndr: ravines di Toronto: Il sistema di gole di Toronto è una caratteristica distintiva della geografia della città, costituito da una rete di profondi canaloni, che forma una grande foresta urbana che attraversa la maggior parte di Toronto.


Situata al secondo piano, l'area della reception, chiamata anche The Living Room (spazio caratteristico del marchio W), è ospitata in un cubo di vetro. È un'oasi urbana che permette di sentirsi distaccati dal resto della città, pur essendo circondati da riferimenti locali. I suoi accenti contrastanti offrono un comfort che si amplifica con l'arrivo della neve in inverno. All'interno di The Living Room, le griglie sospese, le tende di velluto e l'illuminazione che ricorda i proiettori cinematografici danno l'impressione di trovarsi nel backstage. La tavolozza e le trame, che ricordano un teatro, abbinate a oggetti di scena come mobili e opere d'arte, enfatizzano questa sensazione di scenografia e completano l'atmosfera dinamica di questo spazio sospeso in costante cambiamento. Questo è un tributo alla fiorente scena teatrale e cinematografica di Toronto.

Una serie di giganteschi tubi posizionati strategicamente dividono l'area senza interrompere il flusso naturale dello spazio, offrendo momenti di intimità attraverso zone di connessione e collaborazione. Un ambiente di conversazione attorno a un focolare gioca con gli archetipi della socializzazione, mentre un murale orizzontale disegnato sul tetto dall'artista Kirsten McCrea offre una vista vivace dagli spazi circostanti.


Posizionate intorno ai giardini che circondano il cubo di vetro di The Living Room, le camere del W Toronto sorprendono per la loro disposizione unica. Lo spazio è composto da due aree distinte: una privata e l'altra piuttosto sociale. In una deviazione dalla consueta configurazione della camera d'albergo, il letto è posto davanti alla finestra e adornato con caldi tendaggi, lampade a sospensione e una cornice blu intenso che si estende sul pavimento e sulle pareti. Questi elementi si ergono come un set cinematografico in fondo alla stanza, ma la prospettiva cambia completamente quando si sposta lo sguardo verso la porta e si da un'occhiata a elementi che di solito appartengono al dietro le quinte, come uno specchio “cosmetico” in stile camerino e un attaccapanni. Il risultato è un'area invitante e amichevole che favorisce i caldi incontri che scandiscono le gite in città.


Accessibile tramite un ascensore situato sulla strada, il bar e ristorante sul tetto si ispira all'aspetto multiculturale della città, ma anche alla cultura hippie specifica del quartiere Yorkville di Toronto. Paraventi traforati tipo "Mashrabiya", piante pensili, ceramiche colorate e toni caldi creano un arredo degno delle fiabe de “Le mille e una notte”. Un'atmosfera rilassata che contrappone armoniosamente il calore del deserto con il comfort del Riad è un ottimo ambiente dove soffermarsi.


Spaziose ed eleganti, le suite Extreme WOW portano all'estremo i temi teatrali che abitano l'hotel. File di lampadine adornano il soffitto come un'ode agli splendenti tendoni dei teatri di Toronto. Con una vasca idromassaggio che può essere utilizzata anche come secchiello per il ghiaccio e punteggiate da dettagli lussuosi e accenti retro-futuristici, le suite offrono ampie zone giorno progettate per ospitare le feste più esclusive e glamour.

www.sidleearchitecture.com

Photo Brandon Barré


Architettura e Benessere

Aalto e il rituale domestico


Alvar Aalto e Villa Mairea, affinché l’uomo possa trovare benessere psicofisico negli ambienti e negli spazi a sua misura pensati

(di EZV)


In un contesto di intenso sviluppo urbano nella prima metà del ‘900, le classi più abbienti tendono con sempre più forza a ricercare ambiti meno frenetici e più personali, per contrastare la forte impersonalità che il vivere la città stava assumendo. È proprio il tema della sfera domestica, assieme al rapporto tra tradizione e novità, il problema cui cerca di trovare soluzione il Movimento Moderno. La casa, tanto intima quanto formale, risulta essere un elemento che trascende dalla pura tecnica ingegneristica e architettonica, toccando questioni più alte e spirituali, incentrate sulle esigenze e sulla natura dell’uomo. Alvar Aalto rende propri questi temi e li esalta in un contesto particolare come quello scandinavo, modellandoli secondo quelli che sono i rituali della cultura finlandese e le volontà della propria committenza. Il suo più grande capolavoro in quest’ottica risulta essere Villa Mairea, a Noormarkku (1938-40), che è perfetta sintesi del pensiero domestico dell’architetto, così come Ville Savoye per Le Crobusier o Casa Kaufmann per Wright, per citare i grandi maestri del modernismo. Villa Mairea si inserisce in un contesto boschivo, isolato e immerso nella natura, che la ricca famiglia Gullichsen avrebbe voluto diventasse propria abitazione nonché rifugio rurale. Aalto fu libero di sperimentare e modellò l’edificio secondo una C che rappresenta la transizione da formalità a pura intimità spirituale, da ambienti di rappresentanza, quali soggiorno e sala da pranzo, a ambienti di profonda interiorità, come la sauna. Questo passaggio da estroverso a introverso è esplicitato non solo dalla funzione dei luoghi della villa, ma anche da una ricerca formale che si evolve da linee più rigide e dure a linee più morbide, il tutto delineando in pianta una semi-corte chiusa da una piscina e da una fitta sequela di alberi, simbolo di perfetta e graduale fusione tra antropico e naturale. La complessità dell’architettura sta, secondo quanto affermato dallo stesso Aalto, nella pluralità di tematiche coinvolte, nelle “esigenze sociali, umane connesse a problemi psicologici e economici che toccano l’individuo come il gruppo”. L’attenzione per i rituali dell’uomo, la loro forte caratterizzazione e la loro esaltazione in chiave moderna era ciò che preoccupava maggiormente l’architetto, come un altro dei suoi capolavori, il Sanatorio di Paimio (1929-33), dimostra. Villa Mairea prende forma dalla serie di contrasti che caratterizzano l’uomo, dalla sua ambiguità irrazionale e non definibile. Il naturale scorrere degli ambienti interni, che si succedono sinuosamente, evidenzia ancora una volta la minuziosa ricerca sulla psiche umana e sui comportamenti dell’individuo affinché essi possano avvenire naturalmente e senza forzature, trovando riscontro in quello che è l’ambiente costruito. La casa scendeva a un’estremità verso una sorta di ala rustica che avvolgeva la piscina e la sauna, il cuore pulsante della casa e della spiritualità scandinava. A tale zona vi si accedeva attraversando una tettoia che evoca la capanna nordica primitiva, circondata da legno, pietra e ciottoli, per sottolineare ancora una volta il forte legame tra uomo e tradizione, e le cui linee curve guidano l’individuo attraverso la fruizione degli spazi. Questo percorso serpeggiante rappresenta l’interpretazione di Aalto di un intrattenimento serale nel quale le formalità dell’ospite cittadino possano essere estirpate per indurre alla pura convivialità della sauna e alla ricerca psicologica dell’uomo al suo interno. Villa Mairea rifiuta una visione meramente astratta dello spazio e la sostituisce con un'enclave che incoraggia un senso di appartenenza. L’importanza della casa come rifugio dalla vita lavorativa, come elemento in cui l’uomo possa vedersi rappresentato, assieme alle sue tradizioni e alle sue abitudini è perfettamente simboleggiato dalla sauna. Gli eventi e i rituali della vita quotidiana vengono celebrati in una sequenza di luoghi e punti di sosta, in perfetta armonia con la natura, volti a esaltare la ricerca psicologica di Aalto, affinché l’uomo possa trovare benessere psicofisico negli ambienti e negli spazi, a sua misura pensati.